Vat Phu

La mappa del paradiso

Il tempio Khmer del Vat Phu è uno dei siti archeologici più importanti del Laos. Situato ai piedi del monte Phou Khao, nella provincia di Champasak la più a sud del paese, questo complesso sacro è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2001 e rappresenta una delle testimonianze più significative dell’influenza khmer in Laos. Attraversando i sentieri per arrivare al tempio si rimane profondamente affascinati dall’aura mistica che lo circonda. La bellezza senza tempo delle costruzioni ancora ben conservate, ne riflette la storia. Il sito del Vat Phu ha radici antichissime: già dal V secolo d.C. era un luogo di culto pre-angkoriano, dedicato alle divinità hindu. Con il tempo, i Khmer lo trasformarono in un grande tempio shivaita, legandolo alla cultura dell’Impero Khmer, che dominò gran parte dell’Indocina tra il IX e il XV secolo. L’importanza del Vat Phu era legata anche alla sua posizione geografica. Il monte Phou Khao era considerato una montagna sacra perché la sua forma ricordava il lingam, il simbolo fallico sacro a Shiva. Per questo nell’antichità era chiamato Lingaparvata, che significa "Montagna del Linga": la montagna era vista come una manifestazione terrena del dio. Il Vat Phu fu costruito ai piedi del monte per onorarne la sacralità con cerimonie religiose e sacrifici. Questo collegamento religioso fece sì che il Vat Phu diventasse un importante centro di pellegrinaggio per i devoti hindu della regione.
Secondo la cosmologia Khmer il Vat Phu era il centro del mondo, perché era considerato una mappa terrestre per raggiungere il paradiso. Nella visione hindu e buddhista dell'universo, la disposizione spaziale del tempio rappresentava una riproduzione terrena del Monte Meru, la montagna sacra che, secondo la mitologia indiana, è il centro dell'universo e dimora degli dei. Nell'Impero Khmer Lingaparvata era considerato un monte sacro, proprio come il Monte Meru della cosmologia hindu-buddhista. In cima al santuario principale solo al re era consentito accedere. In tutto il percorso del Vat Phu ogni cosa aveva lo scopo di far raggiungere uno stato di trans e purificazione al re per arrivare infine al passaggio allo stato divino, in cui il re e Shiva si identificavano. L'architettura del Vat Phu riflette questa visione: il complesso si sviluppa in sei terrazze ascendenti, che si adattano al paesaggio montuoso. La sua struttura si estende per circa 1,4 km, partendo dalle rive del fiume Mekong e salendo verso la montagna sacra. Il percorso inizia dal lungo viale processionale, fiancheggiato da colonne di pietra, ai lati resistono ancora i resti di due enormi baray (bacini d'acqua), simbolo dell’oceano cosmico che circonda il Monte Meru, nella cosmologia khmer. Costruiti simmetricamente vi sono poi i Palazzi del Nord e del Sud: due edifici ampi e ben strutturati che si pensa servissero per preparare i pellegrini prima di raggiungere il santuario principale. Proseguendo verso la montagna, si sale lungo una scalinata monumentale che conduce al cuore del tempio. Il santuario principale è costruito in arenaria, qui si trovava originariamente la statua di Shiva, sostituita poi da una del Buddha, segno della successiva conversione del tempio al buddhismo. Dietro il santuario, si trova una sorgente naturale ritenuta sacra fin dall’antichità. Nei pressi del tempio, si vedono i segni del tempo con parecchi massi sparsi, su alcuni spiccano le incisioni rupestri raffiguranti degli elefanti e un coccodrillo, che secondo alcune leggende era utilizzato per sacrifici rituali. L'atmosfera che circonda questi luoghi è carica di mistero. Nel guardare a valle un panorama che arriva fino allo scorrere del Mekong ci siamo chiesti cosa dev'essere stato il Vat Phu, per divenire un luogo di tale importanza e potenza per così tanti secoli. Con il declino dell’Impero Khmer e la diffusione del Buddhismo Theravada nel Laos, il Vat Phu perse il suo ruolo di principale centro hinduista e venne gradualmente trasformato in un luogo di culto buddhista. Oggi il tempio è ancora frequentato dai monaci e dai fedeli buddhisti. Mentre ci riposavamo all'ombra abbiamo osservato una famiglia con bambini piccoli accendere incensi e pregare nel tempio, immersa in rituali dal profondo valore spirituale. Il Vat Phu rappresenta una rara testimonianza dell’influenza Khmer nel paese, è un sito imperdibile per gli amanti della storia e dell’archeologia. A differenza di Angkor Wat nella vicina Cambogia, qui si respira un’atmosfera più intima e spirituale, più autentica grazie alla mancanza delle folle di turisti. Se viaggiate nel sud del Laos, una visita a Vat Phu è un’esperienza che vi porterà indietro nel tempo, tra antichi miti, spiritualità e architettura grandiosa.
Se passate da Pakse portate un saluto a Roberto Marzano, che ci ha incantato per ore con i racconti dei suoi scavi archeologici al Vat Phu, su cui ha scritto un libro intitolato "Vat Phu. La montagna di Shiva."
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